martedì 20 gennaio 2015

Olimpiadi Roma 2024: possibile rilancio economico o spese inutili? (prima parte)

ARTICOLO SCRITTO PER MYSOLUTIONPOST E PUBBLICATO IN DATA 13/01/2015

“Il botto di fine anno del Premier”. Così si potrebbe intitolare l’annuncio della candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024 da parte di Matteo Renzi. Certamente avviene in un momento di difficoltà, fra “Mafia Capitale” e una Legge di Stabilità ben lontana dalle speranze di chi vedeva in Renzi qualcuno capace di invertire la rotta di un vagone Paese che da troppo tempo viaggia sempre sugli stessi binari.
I malpensanti lo potrebbero fin interpretare come un tentativo di distrazione dell’opinione pubblica, in modo da far dimenticare gli scandali e i problemi economici per concludere con almeno una notizia positiva un anno tutt’altro che da ricordare.
In realtà il Premier vorrebbe attraverso l’eventuale organizzazione dell’evento sportivo più importante al mondo rilanciare la Capitale e il Paese tutto, sia dal punto di vista economico sia anche da un punto di vista prettamente d’immagine: i vari scandali degli ultimi decenni (non ultimo la sopracitata “Mafia Capitale”) hanno leso la reputazione del “Made in Italy” nel Mondo.
Nel caso in cui si riuscisse nell’organizzazione di un evento di tale importanza, sicuramente gli italiani ne uscirebbero rilanciati e potrebbe essere un volano per la fiducia di potenziali investitori nel nostro Paese.
Certamente, il rischio è quello di non riuscire nell’intento suscitando ulteriori scandali. “Expo docet” direbbe qualcuno. Queste però sono variabili troppo casuali per poter esser previste, anche se guardando alla storia recente non c’è da stare particolarmente tranquilli.
Mettendo da parte eventuali vantaggi d’immagine o scandali, quale sarebbe l’impatto delle Olimpiadi di Roma 2024 sulla crescita? Potrebbero davvero aiutare il rilancio economico del Paese?
Gli economisti mondiali non concordano sugli effettivi vantaggi che i grandi eventi come Olimpiadi, Mondiali o Expo stesso possano apportare al Paese ospitante.
Se nel breve termine infatti l’impatto è presente grazie all’aumento della spesa pubblica per investire in nuove infrastrutture e servizi, con conseguenti assunzioni e lavoro per le imprese, l’effetto sul medio-lungo termine è tutt’altro che scontato. Anzi, il rischio è che sia addirittura negativo a causa della crescita del debito e delle tasse per finanziare le manifestazioni stesse.
Valutare l’impatto economico di un grande evento non è così semplice: se da un lato è vero che vi sono state già numerose manifestazioni ospitate da vari Paesi, è altrettanto vero che le loro realtà economiche erano diversa fra di loro.
Si pensi solo a com’era il Giappone ai tempi di Tokyo 1964 e come sarà quello che ospiterà i Giochi del 2020: il primo, un Paese in via di sviluppo che sarebbe diventato di lì a poco una grandissima potenza economica e tecnologica; il secondo, una nazione già sviluppata ma in declino da tempo, con una popolazione vecchia e un futuro tutt’altro che roseo davanti (checché ne dicano i sostenitori dell’Abenomics).
Guardando al passato, i giapponesi non dovrebbero essere molto felici: se Los Angeles ‘84 e Seul ‘88 sono stati un vero e proprio successo,  di sicuro non si può dire lo stesso per Montreal ‘76 e Atene 2004, per le quali i Giochi hanno creato solamente più debito.
Proprio a riguardo di quest’ultima, così scriveva Europa Quotidiano nel settembre 2004: “Secondo il macedone Kapital le spese sono state molto più alte del previsto e hanno comportato un netto aumento del deficit di bilancio. [...] Per il 2004 il governo aveva previsto un deficit di bilancio di 26,3 miliardi di euro, ma alla vigilia delle Olimpiadi è stato costretto a modificare la stima. Ora si prevede che a fine anno il deficit possa raggiungere addirittura i 40 miliardi di euro. Secondo l’agenzia internazionale, le Olimpiadi impediranno alla Grecia di mantenere l’elevato ritmo di crescita della seconda metà degli anni novanta. “
Quattro anni dopo la Grecia entrò in crisi nera e alcuni sostengono che proprio quei giochi furono la goccia che fece traboccare il vaso a causa del maggior deficit e della bolla edilizia. La crescita a breve termine dettata dall’aumento della spesa poi rimandò le riforme necessarie.
Atene assomiglia molto a Montreal, per la quale ci sono voluti 30 anni per ripagare le perdite di quelle disastrose Olimpiadi per le casse della città e del Quebec intero.
Messa in questo modo, la candidatura per Roma 2024 è una follia. Ma organizzare grandi eventi ha sempre avuto risvolti negativi per i Paesi ospitanti?

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giovedì 8 gennaio 2015

Quando erano i cattolici a voler imbavagliare e punire Charlie-Hebdo

#JeSuisCharlie. In quanti lo hanno scritto? In quanti, tutt'ora, stanno andando contro gli islamici (tutti, perchè guai a fare distinzioni...sono tutti brutti e cattivi) per l'attentato in conseguenza ad una vignetta satirica sull'Islam?

Tralasciando il fatto che molti di questi siano anche fans accaniti del Duce, uno a cui la satira piaceva tantissimo, è curioso notare come tante persone (Salvini in testa, il che la dice tutta) stiano tirando fuori il fatto che gli islamici siano contro la libertà di satira e di culto perchè, ad esempio, non vogliono avere crocifissi in classe, i presepi nelle scuole etc etc etc.

In questo post non discuterò se sia giusto o meno avere il crocifisso o il presepe in un edificio pubblico di uno Stato laico, piuttosto mi preme segnalarvi una curiosità, sfuggita ai più.

Un paio di anni fa (2, non 200), è apparso su "Corrispondenza Romana" un "Appello alla Santa Sede contro la blasfemia di Charlie-Hebdo" a causa di una vignetta pubblicata sulla rivista satirica, che riporto qui sotto:


Personalmente ricordo tutte le polemiche per questa vignetta satirica (geniale a mio parere). L'appello recitava:

Rev. Padre Lombardi,
Si può ancora tacere? Oscenità e blasfemia si confondono nella sordida provocazione di un giornale francese, autore di una vignetta in cui per rivendicare l’unione omosessuale, violazione estrema della legge naturale, si oltraggia in modo inammissibile la Santissima Trinità, mistero centrale della fede cristiana.
No, non è possibile mantenere il silenzio: è necessario che la Santa Sede esprima pubblicamente la sua indignazione, come stanno facendo tanti semplici cattolici in Francia e in Europa. E poiché Lei è portavoce della Santa Sede, a Lei ci rivolgiamo affinché si faccia nostro portavoce presso le supreme autorità ecclesiastiche, alle quali chiediamo di elevare una protesta vibrante e fare i passi necessari presso il governo francese affinché mai più si ripeta una vergogna del genere. Che la voce degli uomini si alzi prima della mano di Dio, che da nessuno può essere impunemente irriso (Gal. 6, 7)!
Con devoto ossequio

 Estrapolo una frase che ritengo molto significativa
"alle quali chiediamo di elevare una protesta vibrante e fare i passi necessari presso il governo francese affinché mai più si ripeta una vergogna del genere. Che la voce degli uomini si alzi prima della mano di Dio, che da nessuno può essere impunemente irriso"


In pratica chiedono alla Santa Sede di protestare presso il governo francese per censurare e punire Charlie-Hebdo, concludendo poi con una frase che detta da un islamico qui passerebbe come "Vedi? Lo fa in nome di Allah".

Siccome tanti vedo che utilizzano periodi ipotetici del tipo "Se ci fosse Mussolini/Se avessimo mandato via tutti/Se gli uccidessimo tutti", concludo anche io con un'ipotesi:

"Chissà, magari se avessero pubblicato altre vignette satiriche sul Cristianesimo, fra 5-6-10 anni l'attentato sarebbe stato ad opera sempre di estremisti...ma cristiani"

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venerdì 2 gennaio 2015

Sindacati, basta difendere i fannulloni

Il caso di assenteismo dei vigili di Roma la notte di Capodanno è solo l'ultimo di una lunga, lunghissima lista di casi in cui dipendenti (per lo più nel settore pubblico) non è che siano proprio un buon esempio di lavoratore stacanovista.

Certo è che se l'83.5% non si presenta sul posto del lavoro, dandosi malato, guarda caso la notte di Capodanno (mica un mercoledì piovoso a caso di Ottobre...tanto per dire) è ovvio che ne segua un dibattito. Mettiamoci poi la politica di mezzo e i risultati li avete davanti agli occhi: socials, forum etc pieni di gente che discute dell'argomento, che chiede la "testa" dei vigili, dell'amministrazione, di Marino etc.

L'aspetto però più vergognoso della vicenda viene dai sindacati, uno in particolare. La UIL infatti ha annunciato la volontà di organizzare uno sciopero a favore proprio dei vigili:

"Ci sarà un crescendo di proteste - afferma Francesco Croce della Uil - tra assemblee generali e denunce pubbliche, che arriverà al primo sciopero di categoria della storia di Roma. Tutti i sindacati scenderanno in piazza insieme".

Non c'è limite alla vergogna, per davvero. E ancora vi stupite se i sindacati non è che stiano molto simpatici al sottoscritto.
Fortunatamente la CIGL per ora pare si sia defilata e abbia dato sostegno ai vigili che invece hanno lavorato.

Ecco, è bene che i sindacalisti sappiano una cosa che dovrebbe essere chiara ed ovvia ma che, evidentemente, per lor signori così tanto chiara ed ovvia non lo è: difendere il lavoratore fannullone (che ruba soldi allo Stato) equivale a danneggiare chi svolge il proprio lavoro, non una ma due volte! La prima perchè equivale difendere il salario del fannullone, uguale a quello dello stacanovista, nonostante la sua produttività sia molto minore; la seconda, perchè lo stacanovista dovrà lavorare il doppio, se no di più, in quanto dovrà svolgere anche il lavoro del fannullone.

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