sabato 2 agosto 2014

Il vergognoso caso di Carlo Tavecchio, specchio di un Paese fallito

L'ho detto più volte: il calcio è lo specchio di un Paese, soprattutto quando si parla della nostra Italia. Il nostro è un calcio malato, conseguenza diretta della malattia che da anni ormai contraddistingue lo Stato a tutti i suoi livelli, ma anche molti, troppi cittadini.

Ultimo vergognoso epilogo di questa malattia diffusa è il caso Tavecchio. Il candidato alla presidenza della FIGC poco più di una settimana fa se ne è uscito con delle dichiarazioni molto discutibili:

«Le questioni di accoglienza sono un conto, le questioni del gioco sono un altro. L’Inghilterra individua i soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare . Noi, invece, diciamo che Opti Poba è venuto qua, che prima mangiava le banane, adesso gioca titolare nella Lazio. E va bene così. In Inghilterra deve dimostrare il suo curriculum e il suo pedigree».
A parte il fatto che quella è una questione di meritocrazia che riguarda le squadre e non lui, poi vi pare che possiamo mandare a rappresentare il calcio italiano, ricordato oramai più per le scommessopoli e calciopoli che altro, uno che parla in questo modo?

E ancor più vergognoso è il comportamento di alcune squadre di A (Milan compreso, visto che è la squadra che tifo) che cercano di giustificarlo dicendo che "Non è razzista".
Anche io credo che non sia razzista (ma ben altro sì, ed è meglio che non lo dica), ma un candidato Presidente di una federazione non può parlare in questo modo! Scherziamo?

Tanto per fare un raffronto, negli USA un presidente di una squadra di basket (quindi non un candidato per la Presidenza della Federazione) si è dovuto dimettere per una frase razzista intercettata mentre parlava al telefono con la sua compagna. E qui costui che ha detto quella frase pubblicamente è ancora il candidato favorito per la Presidenza della FIGC? E gli altri lo difendono pure? Ma che razza di Paese siamo? Ci lamentiamo poi se all'estero, tedeschi in primis, ci trattano come l'ultima ruota del carro? Fanno solo bene!

Fra l'altro poi, queste frasi sono solo l'ultimo problema della sua candidatura. A parte l'età (vogliamo il cambiamento e poi candidiamo uno over 70??), ma basterebbe dare un'occhiata alla sua biografia per rendersi conto di chi abbiamo di fronte:

Esponente della DC (quindi appartenente a quella vecchia politica che sarebbe meglio dimenticare), processato e condannato cinque volte. È stato condannato a 4 mesi di reclusione nel 1970 per falsità in titolo di credito continuata in concorso, a 2 mesi e 28 giorni di reclusione nel 1994 per evasione fiscale e dell’IVA, a 3 mesi di reclusione nel 1996 per omissione di versamento di ritenute previdenziali e assicurative, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per omissione o falsità in denunce obbligatorie, a 3 mesi di reclusione nel 1998 per abuso d'ufficio per violazione delle norme anti-inquinamento, oltre a multe complessive per oltre 7.000 euro (fonte).

Non bastava tutto ciò a vietare ad una persona del genere la candidatura a monte? Evidentemente no, perchè qui da noi tutto è accettato. Tanto siamo sempre più furbi degli altri...

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