lunedì 18 marzo 2013

Cipro e le conseguenze. Il rischio ora è una corsa agli sportelli

I fatti di Cipro e le possibili conseguenze nel nostro paese

Ciò che in queste ore sta succedendo a Cipro non è nuovo a noi italiani. Nel 1992 Giuliano Amato proprio per risanare i conti disastrati dell'Italia fece un'operazione molto simile a quella avvenuta nell'isolotto mediterraneo: prelevare a sorpresa una "piccola" percentuale (6 per mille) dai conti correnti depositati in banca per ricavare un gettito extra dai cittadini italiani.

Cipro ha fatto la stessa cosa: 6.75% sui depositi sotto i 100mila euro e 9.9% sopra quella cifra.
La situazione è grave e le colpe sono un po' di tutti, in primis di chi ha permesso al sistema bancario dell'isola di ingigantirsi così tanto rispetto al PIL di un paese divenuto zona di deposito di soldi russi (per la maggiore).

Il rischio ora è che gli oligarchi russi fuggano dal paese: come riferisce l'economista Simeon Matsi, i russi stanno già indicando che vogliono prelevare i loro soldi ed andarsene. La cifra stimata è di 3 miliardi di euro (circa 1/5 del PIL di Cipro)

"The Russians are already indicating they want to withdraw their money. Why should they stay? They will go somewhere where they can be protected; we can't protect them,"
"We have indications that billions (of euros) will be withdrawn, we already know of about three billion that is ready to move. They are already asking lawyers to draw up documents to withdraw money." (fonte: The Economic Times)

La conseguenza di ciò è una crisi bancaria senza precedenti per il paese che rischia di contagiare l'Europa tutta.

Ciò che temo è che in Italia succeda un po' la stessa cosa. Memori del recente passato (20 anni non sono poi molti, in più la classe politica è bene o male simile), la possibilità che vi sia una "bank run" (corsa agli sportelli) con conseguenze disastrose per le nostre banche e quindi per il paese non è più così remota.

Sia ben chiaro, non siamo Cipro e il pericolo per adesso è ancora lontano. E' bene però avvisare i futuri governanti di non ripetere gli errori del passato, facendosi influenzare da scelte di paesi limitrofi al nostro con problemi forse più simili all'Islanda che a noi.

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