sabato 2 marzo 2013

Che succede a non pagare gli interessi sul debito come dice Grillo? Chi ci rimetterebbe?

Non pagare gli interessi sul debito pubblico? Non una buona idea. Analisi delle conseguenze.

Di tanto in tanto spunta fuori l'idea di non ripagare il debito o una parte di esso, facendo de facto default.
I sostenitori di questa teoria seguono l'esempio dell'Argentina, che ad inizio millennio scelse proprio questa strada. Certo, guardando ai risultati direi che si tratterebbe solo di posticipare i problemi radicati nel paese, truffando però tutti i risparmiatori che avevano investito i risparmi di una vita (ricordate gli anziani italiani preoccupati vero?).

Fortunatamente questa soluzione non ha riscontrato molto successo, anche se ne sta spuntando un'altra di simile natura rilancianta ancora poco fa da Beppe Grillo: se non possiamo fare default, almeno non paghiamo gli interessi su quel debito. E' una forma diversa per dire in sostanza la stessa cosa: non paghiamo del tutto i creditori.

A quanto ammonta la spesa per gli interessi? Nel 2013 la cifra stimata è di 91 miliardi (nel 2012 era stimata dalla Banca d'italia in 86 miliardi) quindi certamente non pagarli (tutti o in parte) porterebbe un risparmio consistente. Ma non è oro tutto ciò che luccica.
Non pagare un debito comporta dall'altra parte a non vedersi pagato un credito: uno dei due per forza ci perde. Ma chi sono i creditori del nostro debito?

Secondo i dati della Banca d'Italia (suppl_61_12, tavola B pag 3) le quote a maggio 2012 erano così suddivise:

Banca d’Italia 4,7
Altre IFM residenti 30,7
Altre istituzioni finanziarie residenti 16,5
Altri residenti 13,0
Non residenti 35,1
Da qui si evince che la maggior parte del debito pubblico (64.9%) è detenuto da residenti, mentre il 35.1% è detenuto da non residenti.
Ciò comporta che non ripagare gli interessi danneggerebbe per lo più chi risiede in Italia (banche, istituti finanziari e cittadini), quindi il costo verrebbe pagato da italiani!
Ovviamente ora qualcuno mi dirà che solo una minima parte è detenuta dai cittadini quindi a rimetterci sarebbero le banche cattive. Le cose non sono così semplici purtroppo.

Se è vero che la quota direttamente detenuta dai cittadini è minima (anche se fossi quel cittadino che ha investito i propri risparmi nello stato italiano avrei molto da ridire), la quota di banche ed altri istituti finanziari tocca indirettamente gli stessi cittadini!
I depositi costituiscono attività per le famiglie (tipiche unità in surplus che depositano in banca il loro denaro) e passività per la banca, su questi la banca pagherà un tasso d'interesse, rendimento per le famiglie. La banca impiegherà il denaro in attività reali o finanziarie come azioni, debito pubblico, mutui, prestiti alle imprese etc in base al rendimento e al rischio che vogliono avere. Il rendimento su queste costituisce il ricavo della banca. Se ora lo Stato non pagasse gli interessi su quel debito, le banche vedrebbero persi i ricavi potenziali previsti dal loro investimento (anzi, data l'inflazione, perderebbero pure soldi). Di conseguenza, anche i depositi fatti dalle famiglie ne risentirebbero, in più le banche si troverebbero nella condizione di far fronte ad un buco lasciato dai ricavi non incassati (e considerando la quantità di titoli di stato acquistata non più tardi di un anno fa non è nemmeno piccolo), mettendole più in crisi di quanto già non siano. Non c'è bisogno che vi dica chi pagherà i costi di una crisi delle banche.

Ma non è ancora finita. Accanto a ciò, i futuri potenziali investitori (italiani e stranieri), dopo essersi trovati di fronte ad un comportamento di questo tipo, per finanziarci chiederanno tassi di interesse ancora maggiori che ricadranno ovviamente ancora sui cittadini in termini di minor servizi o maggiori tasse.

Io posso capire che ci sia rabbia per il debito e il suo costo, considerando che è stato sprecato negli ultimi vent'anni da politici ladri ed incapaci a danno dei cittadini. Vi ricordo però che siamo in democrazia, quindi quei politici sono stati eletti da noi. Bastava 20 anni fa rivoltarsi cacciandoli tutti e invece non lo abbiamo (anzi, avete, io avevo 3 anni) fatto. Per di più, guardando alle ultime elezioni, a quanto pare la storia non ci ha insegnato nulla.

Il popolo, se ha libertà di scelta, si merita ciò che sceglie. Se lo fa male, la colpa è solo sua.

PS: In origine l'articolo non era rivolto ad un politico in particolare proprio per spezzare la serie di post molto politici delle ultime settimane, ma piuttosto una considerazione generale. Grillo poi se ne è uscito con una dichiarazione sullo stesso argomento durante la scrittura quindi per forza ho dovuto citarlo...vabbè

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

64,9% non 74,9%

Mattia Poletti (Rebel Ekonomist) ha detto...

ops! vero, grazie :)

vovnova ha detto...

Bell'articolo. Molto chiaro e spiegato bene. Purtroppo grillo se ne guarda molto bene di spiegare come andranno le cose. Se no non avrebbe questo seguito. Meriterebbe un approfondimento anche la sparata di uscire dall euro.

Mattia Poletti (Rebel Ekonomist) ha detto...

grazie! Sì però di quello ho già parlato più volte (qui ad esempio http://rebelekonomist.blogspot.it/2012/05/uscire-dalleuro-tornare-alla-lira-e.html)quindi non volevo ricopiare cose che ho già scritto.

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