mercoledì 9 gennaio 2013

#poorandhungry - tag in libertà sull’innovazione in Italia

ndr:: Al via una nuova rubrica qui su Rebel Ekonomist(s) al plurale, visto che non sarò più solo, tenuta da Max Brigonzi, brillante giovane laureato e laureando italiano (nonchè mio amico ed ex compagno di classe e di corso). 
 

Bill Gates&Steve Jobs nel 1985 a NYC

Sì, sì. Lo so.
Il dibattito che infervora su telegiornali, quotidiani, blog, social network in questi giorni è ben lungi dal parlare in modo diretto di innovazione. Se ne parla, ma sullo sfondo: volti noti e meno noti si affacciano sulla politica italiana in vista delle elezioni, si stringono alleanze ovvie e meno ovvie, si fanno promesse vecchie e qualcosina di nuovo.
Ed è giusto che se ne parli, se ne discuta e si sviluppi nuovamente consapevolezza politica ed economica in un popolo che cresce studiando in licei e scuole superiori dove l’educazione civica e l’economia vengono lasciati nelle retrovie dell’offerta formativa se non direttamente snobbati.

E fin qua, niente di “nuovo”.

Ma è anche giusto che si parli d’altro. Di economia spicciola, di imprenditorialità, di innovazione e di come il nostro paese si stia muovendo anche grazie ad un fertile, vivace sottobosco di ragazzi normali, operosi e volenterosi che cercano, dal garage di casa (sì, esattamente come si faceva 30 anni fa in Silicon Valley) di
fare un sacco di soldi cambiare il mondo.

Ragazzi italiani, con cuore italiano ma mente aperta al mondo.

Due parole su di me, e sul perché parlerò di queste cose.
Mi chiamo Max Brigonzi
, laureato in Economia Aziendale e laureando in Global Entrepreneurship and Management, membro del consiglio direttivo dell’Associazione “La Storia Nel Futuro” (www.storianelfuturo.org), founder di Hintclub (startup in fase di incubazione vincitrice della prima fase della competition “StartCup Piemonte”, su cui potete trovare maggiori informazioni e avere la possibilità, tramite un breve survey, di accedere alla beta privata a questo link: http://bit.ly/hintclub).
Da sempre appassionato di tecnologia, IT e web e mobile, ho esperienza pluriennale come docente di informatica e ho tenuto un ciclo di conferenze sul business planning e l’imprenditorialità presso il liceo scientifico del mio paese.

Grazie al curatore di questo blog, avrò la possibilità di raccontare a un buon pubblico, sicuramente attento a queste tematiche, storie di giovani e meno giovani che rendono l’Italia terreno fertile per l’innovazione. Storie che diano speranza, al di là della crisi e della disoccupazione.

Perché si può.

Da qui il titolo della mia rubrica “#poorandhungry”, che nasce da una conferenza tenuta a Milano da Robert Stephens (@rstephens su Twitter), ex-CTO di Best Buy (
www.bestbuy.com) e founder di Geek Squad (www.geeksquad.com).
Durante la conferenza, in cui Stephens ha lodato la nostra classe imprenditoriale capace di creare business millenari (Pontificia Fonderia di Campane Marinelli, nata nell’anno 1000), è stato trattato un importante quanto incoraggiante argomento così riassumibile: “è nei periodi duri, quelli in cui si è poveri e affamati, che si diventa davvero creativi”.
Da qui l’hashtag #poorandhungry, ad indicare una generazione di studenti e giovani senza grandi disponibilità economiche, volenterosi, studiosi e operosi, ragazzi che fanno uno o due lavoretti mentre studiano, e cercano anche, con coraggio, di aprire un’impresa. Ed è proprio l’essere “senza soldi” che permette loro di tirare fuori delle idee capaci di essere lanciate sul mercato, facendo davvero “innovazione”. E non ci vuole molto.

Già, perché le possibilità date dal social web, dall’informatica in senso lato e dall’hi-tech stanno “popolarizzando” il fare impresa. Basta un pc, neanche troppo potente, una bella idea, un account sviluppatore di iTunes e zac! Si può tentare di fare il colpo.
Insomma, il sogno della Silicon Valley di Jobsiana memoria è più vicino che mai.

Se è vero che le possibilità sono di più, è tuttavia altrettanto vero che le limitazioni in Italia sono incombenti, ed anche un po’ inquietanti: scarsità di capitale, difficoltà a raggiungere la tanto agognata “exit”, scarsità di incubatori e di network, nonché la drammatica mancanza di informazione
mainstream al riguardo.

Ed è appunto con questo scopo che nasce questa rubrica: #poorandhungry vuole essere un tentativo di dare visibilità sul web a tutte le iniziative e le persone che animano il fertile sottobosco dell’innovazione hi-tech made in Italy.

Una visibilità che dia una ventata di coraggio ed ottimismo, un po’ come il Sole della California.

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