venerdì 14 settembre 2012

Quando più tasse (demagogiche) portano meno gettito

Aumentare la pressione fiscale non vuol dire necessariamente aumentare il gettito fiscale. Soprattutto quando le tasse sono demagogiche.


La via intrapresa da Monti per il risanamento del paese è stata quella dell'aumentare la pressione fiscale o, detto più terra a terra, tassare di più. Mettendo più tasse, lo Stato aumenta il gettito fiscale (le sue entrate), in questo modo tappa i buchi di bilancio creati in questi anni.

Se da una parte questa è una delle strade percorribili per raggiungere l'obiettivo, dall'altro il tassare "a go go" non porta sempre ai risultati sperati, divenendo inutile se non dannoso, oltre ai tassati, anche al tassante, ovvero lo Stato.

Per chi studia economia, nulla di nuovo sotto il sole. Già a suo tempo Laffer lo aveva spiegato con la famosa "Curva di Laffer": con tasse pari allo 0% e al 100% il gettito fiscale è nullo (se non mi tassi niente non guadagni, se mi tassi tutto io non produco più e di conseguenza il tuo guadagno è zero). Nel mezzo il gettito varia in base a livello di tassazione. Dove vi sia il picco t*, in cui dato quel livello di tasse il gettito fiscale è massimo, non è dato saperlo.
Quel modello è molto semplice, però da l'idea di come funzionano le cose in generale.

Come detto Monti ha scelto la via della tassazione e alcune di queste sono anche state accettate dal popolo, come le tasse sui beni di lusso. Queste sono tasse tipicamente demagogiche che piacciono molto alla maggior parte della gente ma in realtà non è detto che diano un vantaggio alla collettività, anzi.

Prendiamo il caso della tassa sulle barche. Cito da un articolo:

Il vero fallimento, com’era prevedibile, si è rivelato essere la tassa sulle imbarcazioni superiori ai 10 metri di lunghezza: il gettito previsto era di ben 155 milioni, il gettito ottenuto corrisponde invece alla somma di 23 milioni. Il 14% di quanto auspicato dai “tecnici”. In compenso, la riduzione dei consumi presso le località marittime e portuali ha determinato un minore introito stimato in circa 700 milioni di euro. Un vero danno per esercenti, albergatori e località turistiche. 
La tassa sulle imbarcazioni ha portato 23 milioni di euro (sui 155 previsti) facendo danni per 700 milioni. L'articolo sottolinea giustamente il fanno per esercenti, albergatori e località turistiche, i quali avranno magari ridotto il personale e le proprie spese, ma si dimentica di un altro soggetto che ha perso molti soldi, indovinate un po' chi è.

Se state pensando allo Stato, la risposta è esatta. Sì perchè 700 milioni erano tassati! Contando solo l'Iva, il danno erariale è stimato in più di 100 milioni di euro! Senza contare le future minor spese di quelli danneggiati e magari qualche cassa integrazione derivante dai licenziamenti (ripeto: date quelle cifre, qualcuno credo che a casa sia stato lasciato). Un fallimento totale insomma.

Diffidare, diffidare sempre dalle soluzioni populiste. Il più delle volte, chi ci rimette è la società tutta.




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