sabato 3 marzo 2012

Perchè le banche comprano titoli di stato al posto di finanziare le imprese?


Come tutti sapete, la BCE per voce di Draghi ha annunciato la concessione di 530 miliardi di euro alle banche europee con tasso dell'1% di cui un quarto indirizzati verso banche italiane.

La domanda piena di speranza che tutti si ponevano era se, ricevuti i soldi, le banche avessero aperto i rubinetti del credito ai privati e soprattutto alle imprese le quali mai più di adesso necessiterebbero di finanziamenti.

La risposta, purtroppo, sembra essere di nuovo negativa. Come riportato da Linkiesta, "Le banche italiane, con la liquidità prelevata dalla Bce, non finanzieranno le imprese, ma come ha detto il presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Andrea Beltratti, li utilizzeranno per lucrare dal riacquisto di titoli di Stato".
Leggendo più avanti, soltanto l'8% verrà utilizzato per le imprese.

Perchè le banche non vogliono finanziare le imprese? La risposta data è che "da qui al 2015 è necessario rifinanziare 732,5 miliardi di euro di debito pubblico, più 174,7 miliardi di interessi complessivi su un debito pubblico totale di 1.942 miliardi di euro. Di quei 700 miliardi, 271 devono essere rimborsati entro l’anno, e di questi una cinquantina entro fine mese". A questo si aggiunge il fattore rischio: finanziare le imprese è più rischioso che finanziare lo stato, nonostante i rendimenti sarebbero maggiori: un carry trade sui titoli a 10 anni farebbe guadagnare il 4% circa (mentre a scadenze più brevi, quelle più richieste dalle banche, l'1-2%), mentre sulle imprese dal 5% in su su base annua.

Il mio personale parere è che le cose non stiano del tutto così. Parlando dell'Italia, è doveroso ricordare che le banche sono de facto pubbliche, controllate dalle Fondazioni bancarie che a loro volta sono controllate dalla politica. Se avete studiato alle elementari la proprietà transitiva, capite subito a cosa voglio arrivare.


Se la politica controlla le banche, "obbligherà" queste a comprare debito pubblico e far sì che lo spread nell'immediato si contragga.
Guarda caso, questo è quello che è avvento. Basta prendere l'andamento dello spread BTP-BUND e noterete come dal 28 febbraio esso sia calato in modo vertiginoso (nota bene: il trend era negativo grazie anche all'operato di Monti, però da quella data ha decisamente accelerato la discesa).

Per quanto riguarda il rischio, è vero che prestare oggi soldi alle imprese è più rischioso che in passato ma, come dimostrano le ultime vicende, anche i titoli di stato non sono un investimento così sicuro come prima e nel caso di una nuova crisi le banche rischierebbero davvero di colare a picco. Se poi si vogliono investimenti in totale sicurezza (guadagnandoci anche con questi), si potrebbero acquistare titoli di altri paesi (Germania, Stati Uniti, Svezia etc).


Cosa ci guadagna la politica? Semplice. Credibilità agli occhi degli italiani e l'opportunità di "far finta" di governare come è stato in passato. Lo spread cala, la morsa dei mercati non è più stretta e loro possono ricominciare a spendere/non riformare per non scontentare nessuno o quantomeno i loro bacini elettorali. Qualcuno starà pensando alla "Moral Hazard": esatto proprio quella, ma nel caso ci ritorneremo.



PS: se qualcuno volesse approfondire, segnalo qualche link sull'argomento


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