mercoledì 10 agosto 2011

Cordata per salvare l'(Al)Italia









Se l'Italia ha bisogno, noi ci siamo. Siamo imprenditori, professionisti, manager, comuni cittadini. No, non ci stiamo a che l'Italia sia ridotta sul lastrico. Siamo un paese forte, ricco, con un debito pubblico altissimo, ma con un debito consolidato pubblico-privati nettamente più basso della Gran Bretagna, più basso della Germania, pari a quello della Francia. Le nostre industrie, le nostre banche, sono solide. La ricchezza liquida del paese è più di 10 volte (oltre 3.000 miliardi di euro) l'ammontare dei titoli che ogni anno lo Stato italiano deve emette per rinnovare quelli in scadenza. Il 50 per cento del debito pubblico è in mano a noi italiani. Se all'Italia serve, se dovesse servire il nostro aiuto per le emissioni, noi ci siamo.
E via con i nomi che ometto.

L'ultima cordata, quelli per Alitalia, sappiamo tutti come è andata (ci pentiamo ancora oggi). Questa forse è fin peggiore.


Patriottismo si potrebbe chiamare. Ma i patrioti, quelli veri, avrebbero chiesto e proposto ben altro rispetto a questo (che è una stupidata).
Avrebbero chiesto, ad esempio, già nel 2008 cambiamenti radicali nella politica di governo, nel 2009 le liberalizzazioni per rilanciare l'economia, nel 2010 avrebbero protestato per l'incompetenza di Premier e Ministro dell'Economia che andavano in giro a dire cose del tipo "La crisi è psicologica", "la crisi è finita, anzi, non è mai esistita", nel 2011 avrebbero ferocemente criticato la manovra tremontiana.

Se questi, viste le posizioni che occupano, sono i più bravi....


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