giovedì 3 marzo 2011

Due parole su "Come un Delfino", con Raoul Bova




Martedì e mercoledi è andato in onda su Canale 5 il film (in due parti) "Come un Delfino", storia che narra di un nuotatore con un problema (presunto) al cuore che va ad allenare dei ragazzi in una comunità di recupero.

Siccome spesso ho criticato la televisione italiana e i programmi/serie tv che manda in onda, arrivando a non parlarne più, questa volta voglio dare una mia opinione perchè credo sia doveroso riconoscere un buon lavoro come questo.

Nonostante la storia (soprattutto in alcuni passaggi) sia abbastanza scontata (qualcuno potrebbe anche dire sportivamente parlando poco realistica, ma questo accade molto spesso quindi non mi pare giusto criticare), ho trovato che questo film rappresenti bene una realtà ai più nascosta che spinge a riflette.
Utilizzare poi lo sport, tramite il nuoto (per fortuna non il calcio), come un fattore disciplinante per dei ragazzi in una comunità di recupero, la considero una scelta più che azzeccata. Il fatto poi di far gareggiare i ragazzi nella staffetta 4x100, esaltando valori come leatà, amicizia, determinazione e rispetto in un gruppo, è stata la ciliegina sulla torta.


Nota di merito per gli attori (da Bova, Ricky Menphis, Maurizio Mattioli ai ragazzi) che con la recitazione hanno saputo rendere al meglio le varie vicende della storia.

E' già stato annunciato un seguito, grazie anche al successo avuto: spero che si continui su questa strada perchè è un'ottima strada.


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