venerdì 28 gennaio 2011

Perchè il debito italiano preoccupa più degli altri?





Mi capita di leggere a volte di persone che tutto sommato non si dicono preoccupate dall'enorme debito dell'Italia in quanto vi sono altri paesi che, nonostante un debito più alto, stanno meglio di noi, non fallisco e via dicendo.

Il discorso qui è su due livelli:

  1. Valore del debito: questo è abbastanza facile da contestare. Sarebbe come dire: Tizio ha un debito di 10000 euro, Caio di 5000. Dice ben poco su chi sia messo peggio dei due, anche se per questi signori il primo è in una posizione peggiore. Se ad esempio Tizio prende 10000 euro al mese, e Caio è disoccupato da 1 anno, la situazione cambia di molto: il primo debito è pagabilissimo, mentre il secondo è un macigno. Per questo il solo valore del debito è incompleto e non può essere usato come paragone
  2. Valore del debito rapportato al PIL: questo è l'indicatore più utilizzato ed è quello che discuterò in questo articolo

Debito/PIL. In estrema sintesi, il rapporto è tale in quanto il PIL è la misura con cui si stima la ricchezza prodotta, la quale andrà a ricoprire il debito nel tempo.
L'errore comune che si commette è quello di fermarsi al numero, senza analizzarne i vari aspetti. Tralasciando l'avanzo-disavanzo primario, cerchiamo di spiegare perchè il debito italiano sia meno sicuro e più preoccupante rispetto a quello di altri paesi.

Per prima cosa il rapporto Debito/Pil è ben oltre il 100%, quindi teoricamente, l'Italia non è in grado ad oggi di ripagare i debiti che ha contratto.


Secondo, più della metà di questo debito è in mano a creditori esteri e non nazionali, a differenza di numeroso altri paesi (Giappone ad esempio) in cui buona parte se non quasi tutta la totalità del debito è in mano a cittadini nazionali (Giapponesi nel caso del Giappone). Avendo creditori nazionali, il paese debitore non viene messo sotto pressione da essi.

Terza cosa, la finalità di questi debiti: in Italia c'è corruzione, ci sono spese inutili per mantenere posti di lavoro non produttivi (uguale: forza produttiva sprecata e soldi buttati nel cesso, sui quali paghiamo interessi), mentre negli altri paesi vengono utilizzati per la ricerca, la tecnologia, servizi all'avanguardia, politiche di sostegno reali che consentiranno un recupero in futuro della spesa. Gli altri hanno investito, noi abbiamo sprecato.

Quarta cosa, la situazione politica.economica: non credo ci sa molto da dire, in quanto qui da noi abbiamo corruzione ovunque, democrazia di fatto limitata, bassa concorrenza causata da monopoli, crescita bassissima, alta disoccupazione, spesa per le pensioni rapporta al Pil altissima (pari a circa il 14% nel 2005) ed in costante aumento negli ultimi 20 anni (prima non ho i dati), potere sindacale elevato (ehm..Fiom), non sovranità monetaria (il Giappone ce l'ha ad esempio, ma questo è, nel nostro caso, il problema minore e là la situazione è un po' diversa che però non vado ad analizzare qui) .

Quinta ma non ultima, il margine di manovra: la pressione fiscale in Italia è talmente alta che non è possibile aumentare le tasse per ottenere maggiori introiti fiscali a sostegno della spesa pubblica, a differenza degli altri paesi in cui questo margine c'è (ma per adesso non viene utilizzato).

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