sabato 20 novembre 2010

Facebook è così deleterio al lavoro?




In molti posti di lavoro (e anche in molte università come ho già documentato prendendo come esempio la mia) è stato bloccato l'accesso a Facebook (ed a molti altri social networks e siti simili) a causa del troppo utilizzo fatto dai dipendenti (e studenti) durante le ore di lavoro, il che porterebbe ad un minor rendimento (o produttività, mi piace di più) dei dipendenti stessi. Le conseguenze sono ovviamente dei costi inutili per le imprese (perchè dovrei pagare una persona se questa lavora meno e chatta di più?) e un danno in termini di produzione di beni o servizi che ricade sull'impresa e sui clienti della stessa. Insomma, costi inutili e minor ricavi.

Queste sono in soldoni le ragioni dei capi, ma le cose stanno veramente così?

Secondo uno studio australiano no, anzi, Facebook migliorerebbe le prestazioni sul lavoro (a patto di non esagerare). Anche Panorama aveva scritto un articolo su questo argomento.
Per rispondere, in queste ultime settimane ho provato io stesso a verificarlo su un lavoro che sto facendo per l'altro blog: dovevo ricopiare sul sito (rielaborando) gli appunti di diritto dei contratti d'impresa (che andrà online però nei prossimi mesi), commerciale(quindi di una materia in cui bisogna scrivere molto, senza ragionare molto) e di ragioneria (materia in cui bisogna scrivere meno, ma ragionare molto di più, con anche degli esempi speigandoli), una volta con aperto Facebook e un'altra con invece Facebook chiuso (in alcuni casi avevo Youtube aperto e non è cambiato molto dalle volte in cui era chiuso) e poi contavo le pagine dopo un'ora esatta di lavoro.


I risultati sono stati molto interessanti:

  • Per i primi due diritti, con Facebook aperto ho ricopiato in media 3-4 pagine (a volte arrivavo alle 5-6, quando non chattavo o chattavo solo per qualche minuto) , mentre con Facebook chiuso arrivavo alle 5-6 pagine in 30 minuti scarsi, per un totale di 10-12 (con punte di 15) in un'ora
  • Per ragioneria le pagine erano molto meno e più corte, quindi come quantità non ho notato molta differenza (ci mettevo 5-8 minuti meno senza Facebook)

La diffenza non è solo la quantità, ma anche la qualità: se per i due diritti gli errori (grammaticali) erano meno preoccupanti, per la parte di ragioneria quando l'ammortamento di un macchiario o il calcolo delle rimanenze viene sbagliato, la situazione è più grave. A tutto questo unisco anche il fatto del capire e memorizzare meno rispetto a condizioni normali.

Facebook, oltre a far perdere tempo e ritmo, deconcentra andando a peggiorare anche la qualità del lavoro.

A questo aggiungo poi che, mentre io ero in stanza da solo, in un posto di lavoro si ha la distrazione degli altri colleghi (come è normale che sia), che quindi va ad unirsi a quella di Facebook rendendo le cose peggiori.

Curioso il fatto che, nella mia università, mentre con Facebook accessibile le due aule di informatica erano sempre piene, ora sono deserte oppure sono frequentate da ragazzi che utilizzano la rete per cercare informazioni utili e/o studiare, cosa che prima non potevano fare.

Concludendo, per ciò che ho provato io, i capi hanno tutte le ragioni per vietare certi siti (dai diciamolo...vietare Facebook) durante l'orario di lavoro, se però siete come drogati e ci state per ore (come credo in molti di voi fate, a quanto vedo). Potreste utilizzare, a vostro rischio e pericolo, il cellulare oppure un portatilino solamente nelle pause, concluso il lavoro che stavate svolgendo (mentre attendete il vostro prossimo incarico).

Aggiornamento: mi sono arrivate su Facebook alcune testimonianze (di dipendenti) che confermano la mia tesi alla rovescia: togliere Facebook ha incrementato il lavoro


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