martedì 14 settembre 2010

Perchè il laureato deve per forza essere assunto?




Vorrei porre l'attenzione su una questione molto spinosa, e che spero mi riguarderà direttamente in un futuro prossimo: la disoccupazione dei laureati in Italia.

Si sente parlare in televisione, sui giornali, blog, forum dei problemi che hanno oggi i laureati a trovare un lavoro che sia attinente a ciò che hanno studiato, oppure (nei casi più sfortunati) a trovare un lavoro generico.
Premesso che io sono d'accordo su fatto che il problema laureati in Italia c'è ed esiste in misura maggiore che negli altri paesi per un'assenza di meritocrazia, vorrei però non dico giustificare questa cosa, ma quanto meno analizzarla da un altro punto di vista: e se alcuni dei laureati non trovano lavoro, o non vengono confermati, perchè semplicemente sono incapaci?
Non voglio dire che tutti lo siano, però credo che una parte (buona o meno) di essi sia disoccupata o precaria proprio perchè non si è dimostrata all'altezza del compito, indipendentemente dal voto di laurea.
Conoscendo persone che lavorano nel campo delle assunzioni, buste paga e company, spesse volte sento di licenziamenti anche di 110 e lode causa lacune, impreparazione o anche una non praticità (sanno la teoria, ma non la applicano oppure non hanno elasticità mentale nell'affrontare le varie situazioni): un problema quindi del laureato, e non del sistema.

Aggiungo inoltre che solo una parte (che è comunque in rialzo) dei neolaureati è in crisi: il 22% circa (dati dell'Ansa a marzo). Bisognerebbe vedere anche le varie facoltà che sono state frequentate, gli anni fuori corso (un 110 e lode preso in 6-10 anni, esclusi gli studenti lavoratori, non vale come un 90 preso nei tre anni a mio modo di vedere) e anche l'università fatta (ricordate la vicenda dei laureati con le tesi sul NWO e Signoraggio?).

Ricordo infine che alcuni (per non dire tanti) laureati arrivano alla fine anche grazie ad aiuti neanche tanto nascosti (copiando ad esempio..ed essendo uno studente lo vedo con i miei occhi); vada per la domandina, ma interi esami copiati da bigliettini/altri fogli oppure fatti a coppie o più è un po' eccessivo (sarà forse per questo che tanto rimangono a casa perchè giudicati impreparati?). Su questo ultimo punto vi rimando all'articolo scritto da Kulz che ho intitolato "Una discarica chiamata Università" che credo spieghi molto bene di cosa sto parlando.


Ripeto ancora una volta: non sto dicendo che non ci sia il problema, quello c'è ed è grave, ma non bisogna, come sempre, generalizzare: alcuni laureati meritevoli sono sottopagati/senza futuro, è verissimo, ma altri proprio non esclusi perchè incapaci. Va bene che in Italia tutto è possibile, ma (facendo un paragone con il calcio), se un'azienda di medie-piccole dimensioni ha un Maradona neolaureato, mica lo lascia a casa no?


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