venerdì 21 maggio 2010

Crisi come fallimento del capitalismo? No, semmai della democrazia


In molti sostengono che questa crisi dell'Euro sia uno dei segnali più forti di come il sistema capitalistico stia perdendo colpi e pian piano si avvicini all'autodistruzione.
Può essere vero (Marx sosteneva proprio questo, ma nel brevissimo termine), ma io aggiungerei una cosa a questo: la crisi dell'Euro è una crisi che riguarda i paesi che sono democratici, e quindi della democrazia.

Prima di giungere a conclusioni affrettare, preciso che la colpa non è della democrazia in sè, ma di chi la governa e ne fa parte.

La crisi Europea è dovuta al fatto che alcuni paesi (Grecia in primis) hanno truccato i conti pubblici e/o gli hanno "drogati" troppo, finendo poi per oltrepassare il limite e rischiare il fallimento. La spesa pubblica è gestita dai politici dei vari paesi (di destra e di sinistra, non voglio polemizzare), politici che sono in quella posizione perchè votati direttamente o indirettamente (si vota il partito politico, come in Italia) dal popolo, in quando Stato democratico.

La colpa quindi è anche del popolo, e qui arrivo al punto: il popolo decide chi votare in base alle riforme e alle proposte che il politico fa, ma per al gran parte delle volte guarda solamente il RISULTATO FINALE, e non riesce a giudicare 1) che cosa questo comporta nel futuro e 2) che cosa c'è dietro a tutto quel risultato.
Vi porto due esempi:
  • Italia, anni 80: a seguito della minor crescita demografica nel paese, il sistema pensionistico doveva essere riformato, a danno ovviamente dei cittadini (preciso che il nostro sistema pensionistico era forse il più generoso al mondo), ma i politici dell'epoca non vollero attuare la riforma per non perdere voti (da un punto di vista politico non riformarla era anche giusto ma da quello economico è stata una delle scelte più sbagliate da quando esiste l'Italia), quindi mantenerono il vecchio sistema e per pagare le pensioni utilizzarono il debito pubblico, quello stesso debito pubblico che oggi è una delle cause della crisi europea (oserei dire la causa più grande) e che ci impedisce di fare importanti riforme al fine di investire (le riforme si fanno sì, ma di tagli).
  • Grecia, fino a qualche mese fa: la Grecia è uno degli stati con più dipendenti pubblici e con uno dei sistemi pensionistici più generosi al mondo, il debito aumentava, i conti sono stati truccati e..beh la storia la sapete tutti oramai.


Da tutte e due le parti il problema è uno solo: i consensi. Ci sono delle riforme che vanno attuate e altre no, ma che non vengono e vengono attuate solo per il consenso, fregandosene delle conseguenze. Per questo dico che la crisi potrebbe essere vista come un fallimento della democrazia, perchè il popolo non riesce ad essere ragionevole ed obiettivo su certe cose, un po' per egoismo, un po' per mancanza di informazione e di tempo per informarsi (oserei dire anche a causa di una ignoranza innocente o voluta). Queste tre cose sono il limite più grosso della democrazia, che, se si vuole mantenere, devono essere non dico annullati (è impossibile) ma molto limitati.

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