martedì 22 settembre 2009

L'uso improprio dei termini "razzista" e "razzismo"

Quante volte sentiamo gente parlare di razzismo, di "essere razzisti" in televisione, per strada o anche solo al bar con gli amici.
Queste due parole stanno entrando quasi nel vocabolario quotidiano dell'italiano medio, e purtroppo, in molti casi viene usato troppo facilmente, con estrema superficialità e oserei dire ignoranza.

Su Wikipedia, la definizione di "razzismo" è la seguente":
Nella sua definizione più semplice, per razzismo si intende la convinzione che la specie umana sia suddivisa in razze biologicamente distinte e caratterizzate da diversi tratti somatici e diverse capacità intellettive, e la conseguente idea che sia possibile determinare una gerarchia di valore secondo cui una particolare razza possa essere definita "superiore" o "inferiore" a un'altra

Su Encarta si specifica meglio:


Razzismo: Insieme di teorie e comportamenti basati su una presunta divisione dell’umanità in razze “superiori” e razze “inferiori”. Secondo le teorie razziste il patrimonio biologico determinerebbe, oltre ai comportamenti individuali, gli sviluppi (culturali, politici, economici ecc.) dei gruppi e delle società. Stabilendo questa connessione fra tratti razziali ed evoluzione sociale, le concezioni razzistiche ritengono superiori le razze in grado di costruire società più “evolute”.

Bene..a grandi linee questa è la definizione di Razzismo.
Il razzista si può definire come una persona che, essendo diverso biologicamente, si ritiene superiore ad un altro individuo di "razza" diversa.

Oggi però c'è stata una evoluzione di questo termine: insulto un nero, vengo definito razzista (vedi Balotelli).
Esempio: una persone bianca non si ferma allo stop e fra poco mi ammazza, io la insulto..bom tutto ok. Succede la stessa cosa con però una persona straniera (africano, cinese, arabo....) io sono un razzista.

Questa è in certi casi sempre più diffusi la realtà: il razzismo è una cosa molto più profonda e grave! Gli esempi che ho fatto sono molto stupidi, ma è per far capire il concetto: stiamo usando dei termini complessi e seri per banalità.
Il rischio, molto grave, è quello di svalutare il vero significato di razzista e razzismo, finendo nella banalità.
Giusto controllare il fenomeno, ma non estremizzarlo. Il razzismo è una teoria crudele, infondata ma profonda. Non bisogna banalizzarlo nel modo in cui la televisione, i media e una parte della popolazione sta facendo.
Essere razzisti è una cosa tremenda, da ignoranti veri, e quelli che credono alla teoria che sta alla base del razzismo non possono essere definiti "uomini". Se loro sono uomini, io non voglio esserlo.

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