giovedì 30 ottobre 2008

Legge 133..Taglio ai fondi universitari

Finalmente ho trovato la famosa legge sulla finanziaria 2008 in cui si parla dell'università (fatta prima del decreto Gelmini, fra l'altro) e dei famosi tagli per cui studenti civili scioperano pacificamente e altri fanno casino (anche se penso che non sappiano neppure il perchè siano lì).
La legge completa si trova qui sul sito della camera (quindi è il documento ufficiale); contiene molte cose interessant idu cui si dovrebbe discutere, però lo si farà da altre parti e in altre circostanze, ora voglio parlare solo di sta benedetta/maledetta università.
Come premessa devo dire che pure io sono un universitario, quindi la cosa mi tocca direttamente, ed avendo un fratello e una sorella gemelli che spero frequenteranno una qualche facoltà, questa cosa mi toccherà anche in un futuro non prossimo ma nemmeno lontano.
Gli articoli che hanno fatto infuriare docenti, studenti e anche genitori sono in particolare gli articoli 16 e 66 della legge:
Art. 16
L'articolo 16 ha fatto discutere per il fatto che le università rischiano di diventare private (privatizzazione delle università): in pratica la legge dice che nel caso in cui un ateneo si trasformasse in una fondazione e ottenesse dei fondi dai privati, lo Stato ridurrebbe i finanziamenti pubblici per quell'ateneo di tanto denaro a quanto ammontano i fondi ottenuti dai privati. Per docenti e studenti, che considerano molto remota la possibilità di ricevere fondi dai privati, la prima conseguenza di questo provvedimento è un aumento delle tasse universitarie, con un conseguente disagio per le famiglie: il rischio è quello di veder diminuire gli studenti non per, come posso dire, mancanza di voglia, ma perchè non ne hanno le possibilità economiche considerando anche il fatto che, oltre alle tasse universitarie c'è da tenere conto della crisi finanziaria ed economica che c'è in questo periodo..insomma, hanno scelto proprio il momento sbagliato per fare questa legge.
Certo è che, se arrivassero i fondi privati per la maggior parte delle università(da chi poi??) la situazione non sarebbe poi così grave sotto questo piano, però la mia domanda è un'altra? Mettiamo caso che la società X dia un tot all'università, il rischio è che parenti e amici del proprietario della società siano leggermente avvantaggiati (o trattati diversamente) rispetto a un normale studente (non che questo non succeda già, però..)..questa è una delle mie paure.
Il pericolo della privatizzazione deriva da questa frase presente nell'articolo:
le Università pubbliche possono deliberare la propria trasformazione in fondazioni di diritto privato.
Se lo faranno, avranno delle agevolazioni che sono menzionate nell'articolo stesso. Detto in maniera molto semplicistica, le fondazioni universitarie saranno una sorta di aziende (e guardando in che condizioni sono le nostre aziende, sono molto sospettoso e preoccupato)

Art. 66
L'articolo 66 è quello più discusso: è il famoso articolo che parla del "taglio dei fondi alle università".
In pratica, come dice l'articolo:
In relazione a quanto previsto dal presente comma, l'autorizzazione legislativa di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a) della legge 24 dicembre 1993, n. 537, concernente il fondo per il finanziamento ordinario delle università, e' ridotta di 63,5 milioni di euro per l'anno 2009, di 190 milioni di euro per l'anno 2010, di 316 milioni di euro per l'anno 2011, di 417 milioni di euro per l'anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere dall'anno 2013.


La legge n.537 del 24 dicembre 1993 si trova qui.

Se fate i conti, i tagli progressivi ammonteranno alla fine a 1441.5mln di euro (quasi un miliardo e mezzo), una cifra enorme.
Il motivo di questi tagli sono gli enormi sprechi di denaro fatti dalle università, in particolare 5 (non menzionate nei documenti che ho letto), in cui risulta un buco enorme, cosa che avrebbe portato al licenziamento immediato di chi le ha gestite per tanti anni.
Se ho capito bene il loro ragionamento è questo: ipoteticamente lo stato finanzia con (esempio) 10 una certa università: di questi 10, 2 vengono utilizzati bene, 8 vengono "buttati/bruciati". A questo punto, lo stato finanzia solo con 5, così, male che vada, se ne buttano solo 3 e non 8.
Mettendolo in questo modo, il ragionamento, secondo me, è giustissimo, l'università ha comunque più fondi di quelli che usa e se riuscisse ad utilizzarli tutti avrebbe più risorse di prima.
Quello però che non capisco è: ma sti soldi, dove vanno a finire?? Si bruciano, oppure qualcuno ci guadagna?
Poi, al posto di tagliare i fondi, non era meglio PUNIRE E CAMBIARE quelle persone che gestivano così male i fondi (comq in una vera e propria azienda), e poi, magari, successivamente diminuire i fondi? Io protesterei per questo, prima di tutto, per cambiare queste cose.

Altri motivi (non meno importanti) di protesta sono:
la riduzione al 20% del turn-over del personale -- docente e non -- che renderà ancor più difficile per le migliaia di ricercatori precari essere assunti stabilmente negli atenei. In pratica, ogni cinque dipendenti che se ne vanno in pensione, ne potrà essere assunto uno solo a tempo indeterminato.Il pericolo è che i quattro ricercatori che non possono essere assunti se ne andranno all'estero dove troveranno il posto di lavoro che cercano: una sorta di "fuga dei cervelli", già presente oggi, ma che rischia di aggravarsi.


C'è da dire che, contrariamente a quanti molti sostengono, per ora Gelmini non ha parlato di università, o meglio, la proposta è pronta, però non la presenterà fino a quando non sarà convertito il decreto sulla scuola, come ha già detto in conferenza stampa.
Non ci resta di attendere la sua proposta.

In questa legge però, ci sono alcuni punti interessanti, ad esempio il fatto che i libri potranno essere disponibili e scaricabili su internet:
Gli studenti accedono ai testi disponibili tramite internet, gratuitamente o dietro pagamento a seconda dei casi previsti dalla normativa vigente.
L'articolo è il 15, leggetelo, è molto interessante: io sono pienamente d'accordo, in questo modo potrei (anche se lo pago non mi interessa) scaricare il libro via internet quando e come voglio, stampare poi solo le pagine che mi servono in quel momento.

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